Nel nostro locale spesso ospitiamo mostre di artisti in bilico tra genialità e follia. Del resto – è forse luogo comune – il confine tra questi due poli è davvero labile. Quello di cui siamo certi è che l’arte è sia cura che espressione degli animi più sensibili e fragili.
Sono parecchi gli artisti notoriamente “pazzi”. Qui riportiamo i nostri preferiti.
Vincent Van Gogh
Simbolo per antonomasia di artista “matto”, trascorse un periodo della sua vita in manicomio. Il suo autoritratto (1889), esposto al Museo d’Orsay di Parigi, mostra l’artista in modo semplice, apparentemente tranquillo. Lo sfondo, però, con i suoi tratti circolari e caotici, sono il segnale della sua confusione mentale.
Edvard Munch
Munch è il pittore dell’angoscia. La fama non gli concede la felicità e anzi egli trova rifugio nell’alcool. La sua opera più famosa, “L’urlo“, conservato nella Galleria Nazionale di Oslo, fu ispirata proprio in un momento malessere, colto da un senso di terrore.
Henry de Toulouse Lautrec
Frequentatore di bar e bordelli dell’epoca, morì proprio a causa della sua vita sregolata per l’abuso di alcol. Soffrì molto di allucinazioni e crisi paranoiche.
Jackson Pollock
Frutto di caos interiore, le sue opere sono incredibilmente ricche di energia, di confusione e di movimento. Anche lui fu internato in un manicomio, ma la sua propensione all’autodistruzione lo portò presto alla morte per un incidente d’auto.
Michelangelo Buonarroti
Forse è meno nota, ma l’autore della Cappella Sistina fu afflitto dalla depressione, di origine psichica, per tutta la vita.
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